Perché lo psicologo?
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Sara è una ragazza di 25 anni, solare, intraprendente, con un buon lavoro. Da qualche tempo si è accorta che la sua relazione con Stefano non è più soddisfacente come prima: non che vi siano grossi problemi, ma le discussioni si sono fatte più frequenti e i tentativi di risolverle si basano sull'evitare l'argomento. Questo provoca in lei una grande insoddisfazione e il pensiero che vi sia qualcosa di sbagliato in sé stessa: perché non riesco a dire ciò che sento quando litighiamo? Perché se lo faccio poi mi sento in colpa? Sara prova a parlarne con le amiche: si lamenta con loro di Stefano, si sfoga, raccoglie consigli e si sente sollevata. Tuttavia, questo sollievo dura sempre meno: il problema resta e Sara inizia a sentirsi sempre più inadeguata di fronte alla difficoltà. Nemmeno una chiacchierata con la mamma la aiuta. Ad un certo punto, la ragazza pensa di rivolgersi a qualcuno che la possa aiutare: è solo un pensiero vago e sfumato, continuamente annebbiato da altri tipo "questi non sono veri problemi", "c'è di peggio", "ce la faccio da sola", "passerà" oppure "non sono così matta da andare da uno psicologo".
Ma il coraggio di Sara, che è lì nascosto dentro di lei, non si accontenta e la spinge dopo qualche tempo a voler capire qualcosa in più della situazione in cui si trova: fissa un primo colloquio con la psicologa.
La storia di Sara rappresenta una delle tante situazioni in cui ognuno di noi si può trovare almeno una volta nella vita. Purtroppo, la nostra società fatica ancora molto a pensare che, come il corpo, anche la nostra "anima" abbia bisogno di essere in salute, preservata e curata quando necessario. Il senso comune giudica ancora oggi il malessere psicologico come una cosa gestibile, meno importante oppure come segno di debolezza, di scarsa determinazione o del voler "piangersi addosso". Certamente, se un male fisico incurabile può portare alla fine della nostra vita, spesso non è così per quanto riguarda il malessere psicologico. Ma la famosa frase latina di Giovenale "mens sana in corpore sano" ci ricorda quanto per l'uomo sia importante aspirare ad ottenere due sole cose: la sanità dell'anima e la salute del corpo, entrambi indispensabili per poter godere a pieno della vita.
Come faccio a capire se lo psicologo può essermi d'aiuto?
Ecco alcuni semplici criteri che possono aiutarci nell'avere le idee più chiare:
-ho un problema che non ho mai affrontato nella speranza che si risolvesse da solo;
-ho un problema che inizialmente influiva solo in minima parte sulla mia vita quotidiana ma adesso si è esteso ad altri contesti e mi rende tutto più difficile;
-ho quello che credo essere un problema grave ma non riesco a parlarne con nessuno;
- sono in una fase critica della mia vita e sento che fatico a superarla;
-vorrei che le mie relazioni sociali migliorassero;
-non riesco a controllare le mie emozioni;
-c'è stato un grande cambiamento nella mia vita e faccio fatica ad adattarmi.
Lo psicologo non è per i deboli, per i matti, per le persone passive o di scarso successo. E' il professionista dei coraggiosi, di quelle persone che riescono a guardare in faccia i propri limiti e di tutte le persone che pensano che a volte chiedere aiuto è un grande atto di responsabilità e amore verso sé stessi.