La comunicazione disfunzionale: 5 comportamenti da evitare se si vuole preservare il dialogo.


Molto spesso nel lavoro quotidiano incontro persone che mi parlano di problemi comunicativi, di incomprensioni con il partner, oppure sul lavoro, con i familiari o qualche amico. Spesso "la comunicazione" è il capro espiatorio di tutto ciò che non funziona, specialmente nella coppia, dove tutto viene ridotto al fatto di non comunicare abbastanza o al non sentirsi capiti.

Personalmente, ritengo che spesso queste difficoltà comunicative, che di certo esistono e fanno parte della vita quotidiana di molti di noi, possano essere la punta dell'iceberg di qualcosa di più profondo che disturba la nostra relazione con l'altro: antiche questioni irrisolte personali, familiari, traumi, situazioni che ci hanno segnato possono influenzare come ci rapportiamo all'altro, ma la comunicazione non è di per sé la causa.

Stante questa premessa, vorrei concentrarmi oggi su che cosa rende disfunzionale il processo comunicativo in modo da poter avere qualche elemento in più per capire se a contribuire al nostro malessere possono esservi anche aspetti connessi a questo tema.

Più nello specifico, illustrerò in seguito cinque modalità poco utili alla comunicazione efficace:

  • La squalifica: rappresenta una comunicazione che annulla il valore di un messaggio che ci è stato dato. Spesso ci troviamo in questa situazione quando ci troviamo costretti a comunicare ma di fatto vorremmo evitarlo e questo ci porta ad una comunicazione fumosa e poco definita. Un esempio di squalifica è quando cambiamo argomento, cerchiamo di rispondere senza veramente rispondere (come spesso fanno i politici di fronte alle domande dei giornalisti), sproloquiamo per non ammettere di avere torto o per non dire la verità, fraintendiamo volutamente quello l'altro dice, prendiamo alla lettera le metafore. Questo comportamento, se non è occasionale ma reiterato, confonde l'interlocutore che non sa come rispondere, cosa deve fare, cosa è meglio dire e cosa evitare.
  • La disconferma: è un tipo di comunicazione che vuole mandare all'altro il messaggio "per me tu non esisti" e questo influenza fortemente il senso del Sè dell'interlocutore, che non si sente riconosciuto nel suo "essere presente". Sostanzialmente, disconfermiamo l'altro quando lo ignoriamo, e questo porta a frustrazione, perdita di un punto di riferimento che gli consenta di sentire di "valere qualcosa".
  • Problemi di punti di vista: è normale che ognuno di noi abbia punti di vista diversi, ma questo diventa un problema qualora si instauri un gioco senza fine nel ridefinire costantemente il nostro modo di vedere le cose, colpevolizzando quello dell'altro. Questo ci porta poi ad assumere posizioni rigide e a portare la comunicazione in scacco. Un esempio può essere un'interazione tra partner tipo: "urlo perchè mi fai arrabbiare" e "mi fai arrabbiare perchè urli". Facile poi cadere nel gioco del "chi ha ragione" senza domandarsi cosa sia successo per arrivare a questo punto.
  • Difficoltà nel decodificare il messaggio: questo tipo di problema avviene quando decodifichiamo erroneamente il messaggio dell'altro, spesso basandoci sulle nostre aspettative, paure o timori. E' come se interpretassimo il messaggio secondo i nostri modelli interni anziché basarci sul messaggio stesso. Ad esempio, una persona con esperienze abbandoniche non elaborate potrebbe interpretare una mancata risposta del partner ad un suo sms amorevole come rifiuto, senza pensare ad altri possibili alternative come l'assenza di rete, l'impossibilità a rispondere in quel momento, il desiderio di rispondervi di persona, ecc.
  • Escalation simmetrica o complementarietà rigida: il primo caso avviene quando la comunicazione è intrisa di competitività ed essa prende il sopravvento sulla comunicazione stessa, facendola diventare un conflitto che poi viene costantemente alimentato se non interrotto. Nel secondo caso, la complementarietà diventa un problema qualora le posizioni diventano rigide, cioè dove c'è sempre in ogni ambito della relazione un membro che è down (sottomesso) e uno up (dominante).

I punti sui quali mi sono soffermata rappresentano alcuni dei problemi comunicativi fondamentali che possiamo ritrovare ad esempio nelle relazioni di coppia e familiari. E' importante sottolineare che non è la presenza in sé di una di queste difficoltà a determinare un problema, ma il suo grado di pervasività.

Qualora identificaste uno o più di queste modalità disfunzionali nelle vostre comunicazioni senza riuscire a trovare una risoluzione soddisfacente, vi invito a rivolgervi ad un professionista che possa sostenervi nell'esplorazione delle cause che determinano il vostro malessere e nella ricerca di nuove soluzioni più adattive.

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