Mio figlio è stressato?


Capita spesso di accorgersi di qualche cambiamento nei comportamenti del proprio figlio, oppure di qualche sua caratteristica che non ci lascia dormire tranquilli.

A volte i nostri medici di fiducia cercano di tranquillizzarci dicendoci che "sarà un pò di stress", quasi come se questa parola fosse assimilabile all'essere stanco fisicamente, all'aver dormito male, comunque a qualcosa di trascurabile. Dopotutto, chi di noi non è stressato?

Tuttavia, come dovrebbe esserlo per noi adulti, anche per i bambini è importante non sottovalutare i segnali di disagio che ci mostrano: essi  possono essere la manifestazione di un periodo particolarmente faticoso della loro crescita ma anche la punta dell'iceberg di un malessere più profondo.

E' probabile che da un adulto ci si aspetti un certo controllo dello stress, affinché porti avanti gli impegni quotidiani nella maggiore tranquillità possibile; spesso si applica questo ragionamento anche ai bambini, aspettandosi da loro la medesima tolleranza alle difficoltà che possiamo avere noi. Da tenere presente però quanto sia complesso specialmente nei piccoli e nei ragazzi riuscire ad esprimere il loro disagio: c'è bisogno di una grande capacità di  cogliere quale sia il problema e di trovare un modo per tradurlo nelle parole. Inoltre,è faticoso esplicitare le proprie difficoltà anche perchè per molti è più semplice fare finta di nulla oppure aspettare che qualcuno se ne accorga (a volte è così anche per "i grandi").

Ma quali sono i segnali a cui prestare attenzione per capire se il proprio figlio sta manifestando il proprio "stress"?

Eccone alcuni:

  • enuresi notturna;
  • irrequietezza, nervosismo, disattenzione;
  • disturbi del sonno;
  • tristezza, difficoltà a sentirsi a proprio agio con i compagni, senso di inferiorità, vergogna;
  • comportamenti aggressivi, incontrollati, impulsivi;
  • eccessiva ansia e/o preoccupazione;
  • paure eccessive rispetto all'età;
  • mania d'ordine o di controllo;
  • somatizzazione sotto forma di dolore come ad esempio mal di pancia, mal di testa...;
  • improvviso calo del rendimento scolastico oppure tendenza ad essere perfezionisti, a pretendere troppo da sé stessi;
  • precoce assunzione di alcool, uso di droghe, tabagismo, disturbi dell'alimentazione.

Spesso ci si accorge di queste fatiche troppo tardi, o perchè si tende ad attribuirle al processo della crescita, oppure perché  sono banalizzate; solamente quando il comportamento diventa "evidente" (es. perchè c'è stata una bocciatura, un comportamento aggressivo estremo o forte rigidità e isolamento, ecc.) si è portati ad intervenire. 

E' importante quindi non sottovalutare i comportamenti citati in quanto spesso sono l'unico modo che il bambino/ragazzo ha per manifestare le sue difficoltà, non riuscendo a farlo a parole. Essi possono essere segno di uno stress momentaneo connesso ad esempio ad un evento traumatico  ma anche di un disagio presente da lungo tempo e più pervasivo. 

Non esitate a rivolgervi ad un professionista per una consulenza qualora coglieste qualche segnale d'allarme. Molto spesso intervenire in maniera tempestiva consente di risolvere il problema in poco tempo ed evitare una cronicizzazione del disagio.

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